A livello genetico-evolutivo Dactylorhiza majalis rientra, come tante altre Dactylorhiza igrofile, fra quelle specie allotetraploidi, in questo caso centroeuropee, originate da incroci tra le diploidi D. fuchsii (specie materna) e D. incarnata.
In Italia essa è specie difficile da osservare nei suoi caratteri strutturali tipici, invece piuttosto costanti oltre le Alpi. Essa è ormai localizzata sui rilievi alpini e prealpini, ma le segnalazioni storiche comprendevano anche località della pianura padano-veneta e dell'Appennino piemontese ed emiliano, tutte non più confermate in questo secolo. Rimane il dubbio che queste segnalazioni riguardassero davvero la specie tipica, oppure fossero il risultato di ripetute ibridazioni e introgressioni con altre entità del genere Dactylorhiza, igrofile e sintopiche o anche solo presenti nelle vicinanze dei biotopi umidi montani, come quelle appartenenti alle sezioni Maculatae, Incarnatae, Angustifoliae (☞ Osservazioni Dactylorhiza traunsteineri). In molti di questi siti sono stati recentemente più volte osservati individui i cui singoli caratteri riconducono a taxa non determinabili con certezza. Rientrano in questa casistica anche le fantomatiche segnalazioni nel secolo scorso di Dactylorhiza praetermissa (Druce) Soó, specie atlantica non presente in Italia. A questo proposito, secondo Perazza & Lorenz (2013) sulle Alpi italiane centro-orientali (dalla Lombardia al Friuli) sarebbe presente soltanto Dactylorhiza majalis subsp. alpestris (Pugsley) Senghas 1968, il cui rango sottospecifico però non sembra tanto plausibile, apparendo piuttosto come variante ecotipica di alta quota e quindi inquadrabile come var. alpestris. Le opinioni in merito a questa entità sono le più svariate, tra gli estremi di chi la considera una buona specie e chi la sinonimizza con D. majalis. Rispetto a quella, le sue caratteristiche sono comunque costanti: taglia molto più ridotta, con foglie in minor numero e più piccole, e infiorescenza più corta e con meno fiori. Nelle Alpi italiane occidentali sembrano presenti entrambe le tipologie (Isaja & Dotti 2021: 102-105). In questo caso non sappiamo ancora se in questa situazione delle Alpi piemontesi c'entri in qualche modo una nuova entità altomontana intermedia tra D. majalis (inclusa alpestris) e D. rhaetica, descritta nelle vicine Alpi francesi: Dactylorhiza parvimajalis D. Tyteca & Gathoye. In realtà questo nuovo taxon, descritto su basi esclusivamente morfometriche, sembra complicare ancora di più la situazione confusa di Dactylorhiza majalis nella regione alpina, e comunque è considerato dai più un suo sinonimo. Grande interesse biogeografico riveste infine la presenza (unica nella penisola) di popolazioni simili (taglia più ridotta, portamento gracile, foglie lanceolate, soprattutto le inferiori strette e corte) nelle praterie montane del versante fermano e piceno dei Sibillini: Dactylorhiza stortonii, che in attesa di approfondimenti preferiamo considerare variante ecotipica (var. stortonii) della stessa D. majalis (Benigni & Mandozzi 2013, Benigni et al. 2021).
Bibliografia citata:
> BENIGNI F. & MANDOZZI A., 2013: Primo ritrovamento per le Marche di Dactylorhiza majalis (Rchb.) P.F. Hunt & Summerh. – GIROS Notizie 52: 101-102.
> BENIGNI F., BARIGELLI G., PETROSELLI M., MANDOZZI A. & MONALDI M., 2021: Due nuove specie e un nuovo ibrido nelle Marche di Dactylorhiza elcitoi, Dactylorhiza stortonii e Ophrys xmarcoi. - Micol. Marche n.s. 5 (2): 43-44.
> ISAJA A. & DOTTI L., 2021: Orchidee del Piemonte. 2° ed. agg., Ed. Boreali, Camino (AL).
> PERAZZA G. & LORENZ R., 2013: Le orchidee dell'Italia nordorientale. Osiride, Rovereto (TN).